Tag: requisiti

Indennità di Disoccupazione (NASPI): Cosa c’è da sapere.

La Nuova Assicurazione Sociale Per l’Impiego (NASPI) è una forma di sostegno al reddito che prevede un’erogazione mensile a favore dei lavoratori subordinati (con contratto a tempo determinato o indeterminato) e che perdono involontariamente la propria occupazione, rimanendo privi di reddito.

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PENSIONI DI INVALIDITA’ : Precisazioni INPS in ordine al riconoscimento dell’incremento “al milione”.

L’Inps con la circolare n 107/2020 ha fornito indicazioni per Riconoscimento del c.d. “incremento al milione” per coloro i quali siano destinatari di pensione di invalidità o di inabilità e che abbiano compiuto il diciottesimo anno di età. Continua a leggere

Pensioni di inabilità: i requisiti

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L’inabilità identifica uno stato invalidità al 100% in cui il soggetto non può svolgere alcuna attività lavorativa, nemmeno a carattere temporaneo. Il nostro ordinamento prevede due trattamenti di inabilità a seconda se il soggetto abbia o meno contribuzione accreditata nel proprio conto corrente assicurativo. Si tratta dell’inabilità previdenziale, regolata dalla legge 222/1984, di cui ci stiamo occupando, e della pensione di inabilità civile regolata dall’articolo 12 della legge 118/1971 che è invece, una prestazione assistenziale, vincolata al rispetto di determinati requisiti reddituali a cui si rimanda per il relativo approfondimento.

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Pensioni di inabilità: una pronuncia della Cassazione sui requisiti.

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Le Sezioni Unite, in una recente sentenza,  hanno affermato che, ove gli elementi costitutivi della pensione di inabilità prevista dall’art. 12 della legge n. 118 del 1974 siano maturati prima del compimento del sessantacinquesimo anno di età e la relativa domanda amministrativa sia stata proposta prima di tale data, la sostituzione con l’assegno sociale opera dal primo giorno del mese successivo a quello del compimento del sessantacinquesimo anno, anche se ciò comporta che non venga pagato neanche un rateo della pensione di inabilità e si debba corrispondere direttamente l’assegno sociale.
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Fonte: www.cortedicassazione.it

 

Pensione anticipata, uscita a 64 anni con limiti per gli autonomi

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I lavoratori dipendenti del settore privato che hanno raggiunto la quota 96 entro il 2012 (cioè 60 anni di età e 36 di contributi oppure 61 anni e 35 di contributi) oppure, per le sole lavoratrici (sempre dipendenti del settore privato) che hanno raggiunto, alla medesima data, 60 anni di età e 20 anni di contributi possono uscire quest’anno all’età di 64 anni e 7 mesi. Si tratta di un beneficio previdenziale riconosciuto dall’articolo 24, comma 15-bis del decreto legge 201/2011) che è bene appuntare sul taccuino perchè non sempre viene precisato dai funzionari di Inps e patronati e dai software che indicano ai lavoratori la prima data utile di uscita. E quindi rischia di essere perso ingiustamente.

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Pensioni: I requisiti nel 2016 e come saliranno sino al 2029.

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La pensione di anzianità pensione di anzianità dal 2012 è stata sostituita da quella anticipata ed oggi dai 40 anni, intesi come contributi versati necessari fino ad allora, si è passati a 42 anni e 10 mesi (41 anni e 10 mesi per le donne). La pensione di vecchiaia invece ha visto l’età utile per la pensione passare, sempre a partire da quell’anno, da 65 anni a 66 e 7 mesi; per le donne ancora peggio perché fino ad allora si usciva a 60 o 61 anni in base alla tipologia di lavoro svolto. Sono gli effetti della Legge Fornero che entrò in vigore proprio a partire dal 2011, quindi risulta essere una specie di spartiacque tra due regimi normativi. Per molti però, anche oggi, nel 2016, si può uscire dal lavoro con la vecchia normativa e non ci riferiamo solo alle donne che rientrano in opzione donna o alla settima salvaguardia, ma a quella che si chiama cristallizzazione dei requisiti.

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Pensione fai da te? Sempre più cara.

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La spesa per la contribuzione volontaria, a carico di chi si è ritirato dal lavoro prima del tempo, aumenta con lo stesso ritmo del costo della vita. Si tratta di un argomento che interessa centinaia di migliaia di ex lavoratori, soprattutto donne, che hanno scelto di continuare l’assicurazione pagando in proprio, con lo scopo di maturare comunque il diritto alla pensione.

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